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Intervista a Federico Guerri⎢Interview with Federico Guerri

Intervista di Leonardo Regano comparsa su Gagarin Orbite Culturali

Interview by Leonardo Regano appeared on Gagarin Orbite Culturali


Abbiamo l’occasione di questa visita in studio per fare alcune a Federico Guerri, a cominciare dalla sua arte e sull’ispirazione che muove la sua ricerca.


«É difficile per me dire come nasce un lavoro – ci racconta Guerri –  perché alle volte le idee migliori nascono per caso o da veri e propri errori, le tele che ho appena distrutto, la scultura che avevo abbandonato perché non ne trovavo sviluppo e soluzione e altre delusioni del genere. Alle volte è proprio quando il grado di frustrazione e stanchezza è insopportabile che accade di trovare qualcosa che illumina una “strada” ma non è sempre vero. Poi c’è una parte più razionale che nasce quasi sempre dalla suggestione di un’immagine trovata e conservata nei miei quaderni, da qualcosa che ho scritto e mi sono appuntato come intento e senso dell’opera, oppure la continuità stessa del lavoro che porta in se delle conseguenze di quello che è stato fatto in precedenza».


We have the opportunity of this visit to the studio to make some to Federico Guerri, starting with his art and the inspiration that moves his research.


«It is difficult for me to say how a job is born - says Guerri - because sometimes the best ideas are born by chance or by real mistakes, the canvases I just destroyed, the sculpture that I had abandoned because I didn’t find development and solution of it and other disappointments of the kind. Sometimes it is precisely when the degree of frustration and fatigue is unbearable that it happens to find something that illuminates a "road" but it is not always true. Then there is a more rational part that almost always arises from the suggestion of an image found and preserved in my notebooks, from something I wrote and I wrote down as intent and meaning of the work, or the very continuity of the work that leads to the consequences of what was done previously».




Ti sei formato come scultore, ma il tuo lavoro ha poi preso anche altre direzioni. La pratica scultorea in cosa ti ha influenzato?


«La scultura è stata una passione molto forte che mi ha accompagnato per diversi anni ma che si è esaurita quando il mio interesse si è spostato sul problema della rappresentazione.

In pratica volevo misurarmi con la pittura ma al tempo stesso non mi interessava dipingere. Il mio lavoro è nato in un periodo dove sperimentavo con materiali e tecniche diverse, dove il mio studio era invaso da tentativi e direzioni molto varie tra tra loro. C’è stato un momento in cui ho avuto il bisogno di liberarmi da tutto questo e ricominciare da qualcosa di semplice come la matita e il disegno. Credo tuttavia che nel mio segno sia rimasta l’idea di una forte plasticità e recentemente sono ritornato alla scultura realizzando delle grandi sculture in legno».


You have trained as a sculptor, but your work has also taken other directions. How has sculptural practice influenced you?


«Sculpture has been a very strong passion that has accompanied me for several years but that has been exhausted when my interest has moved on the problem of representation.

In practice I wanted to measure myself with painting but at the same time I was not interested in painting. My work was born in a period where I experimented with different materials and techniques, where my studio was invaded by very different attempts and directions. There was a time when I needed to get rid of all this and start over from something as simple as pencil and drawing. However, I believe that the idea of a strong plasticity has remained in my mark and I have recently returned to sculpture by creating great wooden sculptures».




Hai scelto di rimanere a vivere a Cesena. Credi oggi sia ancora necessario per un artista migrare verso i grandi centri di promozione per poter entrare nel sistema dell’arte?


«Non credo, oggi non più, e poi il sistema dell’arte per come me lo immagino io, da buon provinciale, oltre ad essere un po’ lontano dev’essere anche un po’ ripetitivo. Cesena per me vuole dire i compagni di strada, gli artisti che frequento, le persone con cui lavoro e che stimo. Tra gli artisti, alcuni di questi come Francesco Bocchini o Luca Piovaccari (per citarne solo due molto diversi tra loro e diversi da me) sono importanti per la loro personalità, il loro modo di essere, ancor più che per la loro opera che ho guardato e riguardato così tante volte da credere che si, in qualche modo possa essere entrata a far parte della mia poetica»


You chose to stay and live in Cesena. Do you think it is still necessary for an artist to migrate to the great centers of promotion in order to enter the art system?


I don’t think, today it’s not anymore, and then the art system as I imagine it, as a good provincial, in addition to being a bit 'far away must also be a bit 'repetitive. For me, Cesena means my street friends, the artists I date, the people I work with and respect. Among the artists, some of these like Francesco Bocchini or Luca Piovaccari (to mention only two very different from each other and different from me) are important for their personality, their way of being, even more than for their work that I looked at and looked at so many times to believe that yes, somehow it may have become part of my poetics»


 

Una intervista a cura di Leonardo Regano

comparsa sul magazine Gagarin Orbite Culturali

ottobre 2017

An interview by Leonardo Regano

appeared in the magazine Gagarin Orbite Culturali

October 2017

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