Verucchio. Sabato 1 giugno 2024 alle ore 17:00, nei suggestivi spazi espositivi della Rocca Malatestiana di Verucchio, si inaugura la personale di Federico Guerri “Città perdute, città ritrovate”, mostra che si inserisce all’interno del circuito di rete della Biennale Disegno Rimini 2024.
Verucchio. On Saturday 1 June 2024 at 5.00 pm, in the evocative exhibition spaces of the Rocca Malatestiana in Verucchio, Federico Guerri's solo show "Lost cities, rediscovered cities" will be inaugurated, an exhibition that is part of the network circuit of the Rimini Drawing Biennale 2024.
Il titolo della mostra, “Città perdute, città ritrovate”, sottolinea il tema della città e dell'architettura che ha accompagnato il lavoro dell'artista fin dagli esordi. Attraverso il disegno a matita e varie tecniche legate all'incisione, Federico Guerri ha sviluppato negli anni un lavoro dove la trama dei segni e delle strutture trovano nell' architettura e nel paesaggio un’aderenza figurativa. I soggetti delle opere si sviluppano sui ricami della distruzione, nelle planimetrie dissestate, nella visione di palazzi sfilacciati ed erosi da una forza corrosiva che mina il collante di ogni costruzione. Parallelamente ai lavori su tela vengono presentate ardesie di grande dimensione dove il segno graffiato e inciso nella pietra dà vita a severe lastre in bianco e nero. L'esposizione mette a confronto opere recenti con opere che sono state parti fondamentali per la ricerca artistica dell'autore.
The title of the exhibition, "Lost cities, rediscovered cities", underlines the theme of the city and architecture that has accompanied the artist's work since his beginnings. Through pencil drawing and various techniques related to engraving, Federico Guerri has developed a work over the years where the texture of signs and structures find a figurative adherence in architecture and landscape. The subjects of the works develop on the embroideries of destruction, in the ruined plans, in the vision of buildings frayed and eroded by a corrosive force that undermines the glue of every construction. Parallel to the works on canvas, large slates are presented where the sign scratched and engraved in the stone gives life to severe black and white slabs. The exhibition compares recent works with works that were fundamental parts of the author's artistic research.

Un nido di case infestate dai segni, fantasmi di mani che scrivono sulla polvere.
La città cresce come una foresta di muri e chiome di tetti bucati da laghi di luce, chiari del bosco che
trovano uno spiraglio verso il cielo.
Se una mano gigante girasse la palla di vetro, la neve comincerebbe a vorticare in una danza scomposta e
se mai quelle case avessero ospitato famiglie o gente dimenticata, i minuscoli coriandoli di ghiaccio
prenderebbero i nomi delle loro anime.
Un gregge di case che si assembrano una contro l’altra per il freddo e battono i denti delle finestre, in cerca
di un cane pastore che disegni una strada per l’altrove, un viottolo di terra capace d’inoltrarsi nel verde di
una campagna difficile da ricordare.
Una casupola tiene la mano di un alto palazzo... Sono tutti abbandonati adulti e bambini con le loro stanze
piene di letti marci, di sedie sfondate e stoviglie infrante, con impresso l’ultimo gesto di chi ha posato il
bicchiere, scostato la tenda, baciato il cuscino e lasciato l’accappatoio appeso al gancio della porta.
Torna! Sussurrano le case a chiunque ci sia stato, o ci sarà, o potrebbe esserci.
Non me ne sono mai andato risponde il tempo....
L’unico in ascolto.
Sabrina Foschini
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